UE e droni: le nuove e coerenti regole di volo dei droni

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Decide l’Unione Europea

L’Unione Europea legifera sulla regolamentazione in merito al volo gli UAV (più comunemente droni) attraverso il suo organo di rappresentanza: l’Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea (EASA). Il nuovo regolamento sui droni viene centralizzato dall’intera Unione Europea sotto un unico insieme di regole che include Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Regno Unito.

Anche l’Italia regolarizza la nuova normativa attraverso il suo ente di riferimento ENAC, che, precedentemente ricopriva il ruolo di EASA sul territorio italiano.

A quanto pare ad ENAC resta l’attribuzione di certificati e autorizzazioni speciali, l’attività di controllo su piloti e droni e poche altre competenze.

Le nuove regole di volo

EASA – La nuova normativa entra in vigore in Italia

Le nuove regole riguardano sia i piloti definiti “hobbisti” sia quelli di droni commerciali. Tentiamo di semplificare alcune importanti norme da ricordare. In particolare, EASA ha disposto una classificazione – suddivisa in tre categorie – di droni ed operatori.

I droni a basso rischio o a categoria aperta non richiederanno l’autorizzazione, ma saranno soggetti a severe limitazioni operative:

  1. Droni a basso rischio (categoria aperta), che non richiedono l’autorizzazione, ma saranno soggetti a limitazioni operative.
  2. Droni a medio rischio (categoria specifica) che, invece, dovranno essere autorizzati dall’autorità aeronautica nazionale (in questo caso ENAC) sulla base di una valutazione del rischio.
  3. Droni ad alto rischio (categoria certificata) dovranno seguire le regole dell’aviazione, e questo si applicherà ai futuri voli di droni con passeggeri.

Categorie di peso

La nuova regolamentazione di EASA prevede una ulteriore suddivisione in termini di peso dei velivoli. In particolare sono state date disposizioni specifiche su tre sotto categorie:

  • Droni con peso al di sotto di 250g (come il DJI Mavic Mini e il Mini 2) possono essere fatti volare sopra le persone [CATEGORIA A1]
  • Droni con tra 250g e 2kg devono essere pilotati ad almeno 50 metri di distanza dalle persone [CATEGORIA A2]
  • Droni con peso superiore a 2 kg devono essere utilizzati lontano dalle persone [CATEGORIA A3]

La categoria a basso rischio copre la maggior parte dei droni che volano per hobby e si prevede che sia la più utilizzata delle tre categorie. Se un drone è stato acquistato prima del 1° gennaio 2021, questi piloti non hanno bisogno di un’etichetta di identificazione di classe CE e possono volare nella categoria a basso rischio/aperto per un periodo di grazia di due anni, dopo di che saranno limitati ad operare in una delle altre due categorie.

Le patenti

EASA ha pensato a tutto. Ha infatti previsto una suddivisione specifica per i piloti, che, a seconda del drone e dello scenario, deve o può non avere la patente. I droni così sono ora suddivisi in cinque classi, da C0 a C4. Ognuna viene spiegata in sintesi dalle infografiche ufficiali di EASA (vedi qui di sotto). Segnaliamo che tutti i possessori di droni <250 g continuano a non aver bisogno della patente.

Tutti i piloti e gli operatori di droni sono tenuti a registrarsi nel loro paese di residenza. Coloro che non conoscono lo stato attuale delle certificazioni ottenute prima dell’introduzione delle nuove regole, devono verificare con le autorità locali le regole attualmente in vigore per il volo e per assicurarvi di essere in regola.

Le normative appena entrate in vigore segnano una svolta per molti piloti. L’applicazione di tali norme probabilmente richiederà tempo, tuttavia i piloti di droni possono finalmente avere una normativa unica ed univoca. Infine, coloro che attraversano i confini dei paesi dell’UE (e del Regno Unito) possono volare in tranquillità sapendo che le linee guida sono le stesse.

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